30 aprile 2011 oliopepesale.com
La religione è un buon punto di partenza per entrare nel mondo della cucina ebraica, in quanto i suoi precetti alimentari differiscono da quelli del cristianesimo, implicito nella gastronomia italiana.
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Così Massimo Salani1:
La religione cristiana è l’unica che non presenta un vero codice in campo alimentare, ma anch’essa, come del resto tutte le altre, prevede un periodo dell’anno durante il quale vige l’astensione da certi cibi.
L’ebraismo, invece, identifica attraverso il concetto di kasherut i cibi, ma anche le cose e le persone che qualificano l’idoneità alimentare.
Grande importanza per la gastronomia ebraica assumono le feste, momenti di aggregazione familiare e sociale ma anche occasioni per preparare piatti particolari.
Ma tradizione religiosa e festività non spiegano completamente la tipicità della cucina ebraica. Esistono altri fattori legati sia alla geografia ed al clima che ai flussi migratori del popolo ebraico.
Chi vuole affrontare in prima persona alcuni piatti della tradizione ebraica, può farlo al ristorante, oppure ai fornelli, eseguendo alcune ricette tipiche, come le tagliatelle frizinsal.
Massimo Salani, A Tavola con le Religioni, Bologna, 2000, DB ↩